Abbiamo tutti capito che quest’anno la sfida del SEO Training sarà dimostrare come l’ottimizzazione non solo è ancora possibile, ma anzi offre più possibilità di prima. Per quanto mi riguarda, il mio approccio sarà diretto, pragmatico, che miri inizialmente ai concetti per poi concretizzarli in casi studio ed esempi (perchè no, anche live su richiesta di qualcuno dei partecipanti!).
Ma il problema con il quale mi scontro è: quante persone hanno capito cos’è il web semantico, quanti senza saperlo potrebbero giovarne?
Devo essere sincero, l’avvento dell’approccio semantico al copywriting e al markup ha portato molta ambiguità nell’ambiente dei SEO; alcuni ci hanno visto una chimera, altri ritengono che sia ancora troppo presto per dedicarcisi con attenzione, altri ancora si sono solo fermati all’ottenere i rich snippet senza andare a scavare più a fondo.
Quindi ecco un post introduttivo, sia per farvi venire l’acquolina in bocca sia per fornire qualche conoscenza di base ai corsisti che incontrerò il 27 aprile a Roma!
HTML e l’information retrieval
L’html è già di per se un linguaggio semantico. O meglio, lo è rispetto ai tempi in cui fu “concepito”. I tempi in cui Google nemmeno esisteva e non c’erano eruditi del trucchetto seo dell’ultima ora. Per farla breve, non c’era la questione dell’information retrieval.
Quest’ultima ha il compito di rispondere alla domanda di motori di ricerca, algoritmi e scraper di qualsiasi natura: come faccio ad avere informazioni esatte sul testo che sto analizzando? come posso individuare il contesto ed il significato che lo scrittore della risorsa voleva intendere?
E’ palese che queste domande a noi risulteranno superflue. Noi abbiamo conoscenze culturali, sociali, psicologiche e interpersonali che ci permettono in quasi tutte le situazioni di individuare il giusto contesto (e quindi il significato) di parole e frasi all’interno di un testo. Senza contare che noi disponiamo di ciò che chiamiamo intuito, laddove ci manchino delle coordinate oggettive sul quale basare il contesto.
Un algoritmo, invece, ha solo analisi matematico-statistico-semantiche per orientarsi all’interno di parole e frasi. Ed è qui che entra in gioco la semantica applicata all’html – e, più specificatamente ma non necessariamente, al copywriting.
L’applicazione di markup semantico (microdata, RDFa, microformats, …) permette ai crawler che supportano questa connotazione di ricevere informazioni non ambigue e trasparenti sul contenuto stesso della pagina. Queste informazioni possono essere date a qualsiasi livello: si può far distinguere una sidebar da un footer così come si possono far distinguere, ad esempio, diversi ingredienti di una ricetta uno per volta specificandone peso e contenuto calorico. Risulta quindi fuorviante la semplice applicazione di markup semantico ad un sito al solo scopo di ottenere i “rich snippet”, che sono per lo più conseguenze di una buona costruzione della pagina, non cause e motivi.
Potremmo fare un esempio che chiarisca il concetto.
Immaginate di dover rinnovare il vostro guardaroba e di voler comprare una maglietta gialla della vostra misura e con un prezzo non superiore ai 20 euro. Poniamoci per scopo didattico due strade: mercatino dell’usato e negozio. Nel mercatino dell’usato dovremo rovistare (alla stessa maniera in cui google rovista i nostri siti) cercando qualcosa che ci possa sembrare abbastanza vicino al nostro desiderio, partendo già dal presupposto che sarà veramente difficile trovare qualcosa che corrisponda esattamente. Nel negozio, invece, sappiamo già che basterà entrare nel reparto esatto, dove troveremo uno scaffale dedicato alle magliette diviso per taglie e magari ordinato per prezzo.
Ecco la differenza di accesso alle informazioni tra una pagina marcata semanticamente ed una invece con del semplice testo all’interno. Mancano i riferimenti, le coordinate e i significati macro/microscopici.
Si, ma serve?
In una parola? Sì.
Non solo per il posizionamento, ma anche per miliardi di future implementazioni. Di quali implementazioni parlo, vi chiedete?
Ad esempio ci stiamo spostando verso il mobile, questo ed il prossimo anno saranno quelli dell’esplosione assoluta di tablet e smartphone. Cosa impongono questi device? Velocità, mobilità e praticità.
Un motore di ricerca o un servizio simile potrebbe essere in grado di analizzare la vostra pagina ed estrapolare solo le informazioni richieste dall’utente. Il numero di telefono del vostro ufficio? Gli orari d’apertura? Il vostro indirizzo?
Ora, per trovare queste informazioni, l’utente deve cliccare sul vostro risultato e cercarsele. In un futuro semantico, google potrà trovarle per suo conto e farne direttamente il display, oppure leggerle con un sintetizzatore automatico.
Insomma, l’altro giorno stavo su G+ e Pelagatti ha detto che ci sono SEO che si studiano le novità ed altri che cercando di anticiparle. (o comunque qualcosa di simile)
Spero che voi siate decisamente i secondi 🙂