Dal blog di Seobook, ho trovato interessante questa infografica che mostra in che modo Google con tempo limita il peso dei link in entrata.
Partiamo dal 2005, quando Google ha lanciato il tag come “rel=”nofollow” che è stato creato solo per limitare lo spam in rete. Il problema dello spam si pensava di risolvere in questo modo. Poi qualche mese dopo Google, aggiunge un altro scopo al tag di nofollow, cioè se non potete garantire per il sito che voi linkate dal vostro blog, allora usate il nofollow in caso contrario possono mettere un filtro per vendita di link sul vostro sito web.
I livelli di spam, non sono cambiati per niente in questi 7 anni, anzi con software sempre più moderni, riescono a commentare anche con un buon modulo di captcha. Ma il filtro è rimasto, e quindi molti webmaster fanno di tutto per non citare la fonte, e se mettono un link dentro un articolo allora lo fanno con il tag nofollow.
Dentro l’infografica abbiamo un curioso caso, di Google.co.jp dove il team di Google Giapponese usava lo spam per aumentare il proprio Pagerank. La storia è uscita sui blog di news IT, seo portali e simili, così M.Cutts ha tolto il pagerank di Google.co.jp da 9 a 5.
Con un uso sempre più freguente di Social Network, molti webmaster usano questi servizi per pubblicare i propri articoli migliori, ma anche dentro siti web di questo genere, tutti i link sono ovviamente con il nofollow. La guerra di Google contro la vendita di link non si è fermata solo alle directory, il peso delle quali è diventato pari a zero.
Ma con nuovi algoritmi, come Google Panda i siti web di un certo valore, un marchio hanno molta più visibilità, che permette di posizionarsi meglio anche senza link in entrata. In più con questo algoritmo, almeno in USA e UK google tiene sempre meno in considerazione i backlinks, e da valore ai comportamenti dei visitatori al interno del sito ( tempo di navigazione, pagine viste, azioni dentro il sito).
Secondo il mio punto di vista, alla fine di tutto questo, il mercato dei link non è destinato a scomparire. Google per ora riesce a dare valore al sito solo grazie ai link in entrata. In questi mesi vediamo che il motore di ricerca si sposta sempre di più anche sui fattori sociali e di comportamento, ma in quanto sono molto difficili da determinare, sono convinto che i link fanno ancora la loro buona parte di SEO-offpage.
La cosa forse fondamentale ora nel SEO non è quella di guardare il PR della pagina donatore, ma la tematica, dove viene posizionato il link, e se ci possiamo fidare di un sito.