Nuovo Decreto sulle Vendite a Distanza, cosa cambia per gli eCommerce?

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Con un fatturato complessivo stimato oltre i 13 miliardi di euro per il 2014 (fonte Consorzio del commercio elettronico), la necessità di tutelare gli attuali 16 milioni di acquirenti italiani online con norme sempre più ad hoc è un obbligo legislativo che ha preso forma a partire dallo scorso 14 giugno, data in cui è entrata in vigore la nuova normativa in materia di vendite online e a distanza sulla quale vigila l’Antitrust.

Sostanzialmente si tratta dell’inserimento nell’ordinamento italiano della direttiva europea sui diritti dei consumatori,  2011/83/UE, attraverso il decreto legislativo n.21 del 21 febbraio 2014. L’attuazione del regolamento ha apportato delle modifiche ad alcune norme incluse nel Codice del Consumo che, insieme al Decreto sul Commercio Elettronico (D.Lgs. 9 aprile 2003 n.70), sono tra i principali strumenti legislativi a cui fare riferimento in termini di vendite online. In materia di sanzioni, parliamo quindi di eventuali pratiche commerciali scorrette messe in atto dal venditore, l’autorità competente è l’Antritrust o AGCM, Garante della Concorrenza e del Mercato.

Contenuti

Ma cosa cambia nel pratico?

Abbandoniamo i termini legislativi per comprendere cosa è stato fatto per tutelare i consumatori italiani e far crescere la fiducia degli utenti verso le vendite a distanza, in particolare verso il mondo degli acquisti online.

Tra le principali novità:

  • una maggiore chiarezza di informazione prima della conclusione del contratto
  • l’ estensione temporale del diritto recesso
  • nessuna maggiorazione sui diversi mezzi di pagamento
  • uniformità legislativa tra i contratti a distanza e i contratti stipulati al di fuori dei locali commerciali.

Esiste comunque un “ma, ovvero le tutele previste dal nuovo decreto sulle vendita a distanza non sono applicabili a tutti gli acquisti. Esiste infatti una soglia minima al di sotto del quale è prevista un’esenzione dall’applicazione della tutela messa in atto con il nuovo decreto. Precedentemente la tutela del consumatore non era garantita con contratti di vendita del valore inferiore ai 26 €, ora invece la soglia minima si è alzata arrivando a 50 €.

decreto commercio elettronico e nuove norme

Il punto di forza, la trasparenza

L’informativa precontrattuale è sicuramente il punto su cui la normativa fa leva per incrementare la fiducia degli italiani. Decisamente incrementati gli obblighi da parte del venditore nel dichiarare il costo totale del prodotto, comprensivo di qualsiasi extra, e sulle caratteristiche del bene o servizio che si sta andando ad acquistare. I consumatori non saranno quindi tenuti in alcun modo, in caso di mancata evidente informazione,  a farsi carico di costi aggiuntivi. Chiarezza assoluta sulle modalità di pagamento, sul diritto di recesso e sui costi di spedizione.

Inoltre, per i siti di commercio elettronico, se l’invio dell’ordine avviene tramite un pulsante o un link, sulla parte con la quale gli utenti interagiscono deve essere riportato in modo inequivocabile che con quel click i consumatori stanno per effettuare un pagamento. Oltre alle informazioni già citate, gli eCommerce sono tenuti a riportare all’interno del sito eventuali restrizioni legate alla consegna e i mezzi di pagamento accettati, al massimo queste informazioni se non già presenti in una sezione del sito, dovranno essere disponibili all’inizio del processo di ordine.

[twittmyphrase url=”http://goo.gl/v6KVmN”]Nuovo decreto per ecommerce: chiarezza  e trasparenza su tutti i fronti #ecommerce[/twittmyphrase]

Uniformità nelle modalità di pagamento

Anche in questo caso è opportuno parlare di trasparenza e chiarezza. Al di là di tutti i sigilli, riconoscimenti e attestati di fiducia che un sito di commercio online può avere e che sicuramente fanno la differenza, i cambiamenti di tipo pratico e tangibile legati al denaro fanno spesso la reale differenza in un potenziale acquirente. È finalmente vietato per il venditore alcuna commissione aggiuntiva in caso in cui il cliente scelga di acquistare con carta di credito o bancomat.

Diritto di recesso

Esteso a 14 giorni, 4 in più rispetto ai precedenti 10. È possibile esercitare questo diritto fino ad un anno e 14 giorni se il venditore non ha informato i consumatori dell’esistenza dello stesso diritto. Attraverso il decreto sono state stabilite delle informazioni standard che i consumatori devono ricevere e che il venditore deve fornire per essere in linea con la normativa.

Uniformità contrattuale

La disciplina che regola i contratti stipulati al di fuori dei locali commerciali, come ad esempio le vendite a domicilio, si uniforma a quella dei contratti a distanza tipici di del mondo delle televendite e del mondo di Internet.

Ma l’economia italiana si sa, è fatta di piccole medie imprese e adeguarsi ad un cambiamento legislativo non è mai un processo snello, rapido ed economico. Maggiore tutela del consumatore sì, ma fondamentale per una crescita del Paese è il supporto a queste imprese.

La parola all’esperto Roberto Liscia, Presidente Netcomm.

 “… stiamo osservando una forte asimmetria competitiva tra i grandi gruppi e le piccole aziende, le quali oggi subiscono da un lato l’incapacità di adeguarsi in maniera sufficientemente rapida al quadro normativo e regolatorio esistente anche per difficoltà all’ accesso all’informazione e per i conseguenti costi che ne derivano, dall’altro sono aggredite sui propri mercati dai grandi gruppi che non hanno difficoltà ad adottare il quadro regolatorio in essere. Il sistema sanzionatorio e di controllo deve quindi accompagnare le attività di informazione, di prevenzione e di indirizzamento, per aiutare le piccole aziende ad adeguarsi alla normativa vigente. Su questo versante Netcomm insieme all’associazione europea di cui è socio fondatore con altri paesi è che oggi raccoglie 15 paesi Ecommerce Europe ha varato in ogni paese un Trustmarkt rispondente ai requisiti delle direttive e delle leggi concernenti il commercio elettronico. Viene rilasciato solo alle imprese che sono completamente in linea con le legislazioni vigenti e oggi possiamo con soddisfazione sottolineare che hanno aderito a questo Sigillo di qualità più di 5000 aziende in Europa e abbiamo sviluppato in quasi tutti i paesi un meccanismo di risoluzione paritetica delle controversie insieme alle associazione dei consumatori e, per finire, stiamo mettendo a punto un TrustMark europeo” –   Roberto Liscia (fonte consorzionetcomm.it).

 

E tu cosa ne pensi? È una conquista per il mondo degli acquisti online?

Redazione

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